mercoledì 22 gennaio 2014

Formichine

Una premessa: questo post non ha l'intento di sottintendere che io sia migliore di voi.
Non ce n'è bisogno, ve lo dico apertamente: io SONO migliore di voi. 

Tolto questo sassolino dalla scarpa, posso anche passare a spiegarvi il perché ed il percome, e cosa renda me, un ex universitario, depresso e disoccupato, superiore rispetto alla platea immaginaria dei miei lettori. 
Beh, non è solo questione de: "io sto qua a scrivere, e voi venite qua a leggere quel che ho da dire perché è più interessante di quel che avete in testa", anche perché di lettori ne ho precisamente zero e -giuro!- mi sta bene così. 
E no, non è neanche la mia capacità tantrica di girare attorno al punto del discorso, di sfiorarlo, e riallontanarmene tornando a parlare di stronzate apparentemente non rilevanti.

Mi piace da impazzire il gelato alla stracciatella


No, quel che mi differenzia da quasi tutti voi è il mio livello di consapevolezza.
"Porco dio, hai sprecato dieci righe del mio tempo per dire una stronzata del genere?" chiederete voi.
Ebbene sì, e sono disposto a sprecarne altrettanto per fornire delle motivazioni a quel che dico, perché le mie basi non sono l'aver letto il Siddhartha (Siddartha? Shiddarta? Shihdh-) e averlo trovato illuminante. 
Bensì le migliaia di ore (quasi undicimila, mi dice la calcolatrice, ma io non mi fiderei granché) che dalle scuole medie in avanti ho impiegato studiando psicologia, antropologia, sociologia, filosofia, e qualunque cosa potesse aiutarmi nella mia introspezione, tecnica che ho scoperto verso la fine delle elementari per tenere impegnato il mio cervello e non sentirmi una merda proprio TUTTO il tempo che non passassi dormendo (o videogiocando, un sacco di tempo lo passo così in effetti). 

Ah, e la mia ossessione per l'osservazione. 

Oh, quanto vi ho guardati, quanto tempo e quante volte vi ho studiati cercando di capire i vostri segreti, cosa vi rendesse in grado di funzionare in società, di attaccare bottone, uscire e innamorarvi, di essere felici e normali come tutti. 
 Di positivo (per me), posso dire che, anche se non ho capito niente di tutto ciò, ho imparato lo stesso tantissime cose. 
"Bella forza, ma guarda 'sto coglione, e io più coglione di lui che ancora sto qua a leggere, ma porco dio." Esattamente. 
Ora che abbiamo risolto questo piccolo screzio, mi si conceda di andare avanti, e trasformare questo preludio auto-masturbatorio in qualcosa di completo, concreto, utile e condivisibile.

Ecco delle tette:
Sperando che il vostro senso del pratico sia soddisfatto, proseguo.


In che modo questo percorso mi ha reso diverso da (non proprio) tutti voi?  Nel mio modo di vedere la vita e le persone.
Non è facile uscire dal proprio riflettore, dal punto di vista dell'io, come direbbe qualcuno assuefatto al gergo, e mettersi non solo nei panni degli altri, ma anche nei loro corpi, nelle loro teste, programmate da quel che è stata la loro vita.
 Beh, io ci riesco. Se volete farmi un pat pat sulla testa o offrirmi il vostro corpo per farne ciò che voglio, il mio ego ve ne sarà grato, ma non è necessario, davvero.
E comunque dovreste mettervi in coda.

La parte scomoda è dover camminare su quattro persone per raggiungere il mio cuscino.
Questo mi regala la straordinaria capacità (non in senso di "wow come sono unico e speciale ed extra-ordinario", ma di "wow, che figata che so fare") di capirvi.
Scendiamo nel concreto, sento che sto perdendo qualcuno di voi, e stavolta non solo per la prolissità: parliamo di conflitti.

Non credo di servire io per spiegarvi che cosa sia un conflitto fra due o più persone. 
Io servo a farvi fare pace, mettendo tutto in prospettiva e facendovi realizzare che avete tutti un po' torto (e che alla fine tanto si crepa lo stesso, se quel giorno sono allegro).
 Un conflitto può riguardare qualunque argomento, dall'infedeltà, alla politica, al qualunque cosa vi possa venire in mente sulla quale abbiate un'opinione e anche molte di quelle che annoverate semplicemente come conoscenze indiscutibili.

"Smettila. Io non sono tua nonna."

Tutti noi abbiamo un cervello. O qua-NO BASTA QUESTA BATTUTA ERA VECCHIA NEL '31.

Stronzate a parte, quest'organo molliccio e insensibile al tatto (buon divertimento a immaginare la sensazione del cervello che ballonzola tra le pareti del cranio) contiene la chiave della nostra personalità nella maniera in cui funziona durante la nostre vita.

A formare il nostro carattere sono le esperienze che viviamo. Che sorpresa, eh?
Beh, fatemi finire: perché lo stesso tipo di paia di corna possono essere portate da due persone in maniera del tutto diversa? Mi spiego: ci son tanti tipi di tradimenti, e per ognuno di questi, un ventaglio di possibili cause. Prendiamo però tre esemplari a campione dallo stesso ramo: perché A sbraita, si infuria, piange, sbraita di nuovo, e pone irrimediabilmente la parola FINE alla relazione, mentre B la prende male, si demoralizza, fa la vittima fino a farsi lasciare, per poi passare alla fase in cui fa 30 telefonate al giorno all'ex-partner chiedendogli/le di poter tornare insieme, e C invece se ne sbatte il cazzo?

Cosa rende me Me, te Te, e quello là Quello Là? Le nostre infanzie.

Sorprendentemente, studi scientifici han dimostrato che non sono solo i nostri gusti in fatto di cappelli.

Non c'è un'opinione diffusa con cui tutti gli esperti di umani concordino, ma io ho una mia teoria-collage abbastanza ben consolidata: non esiste un'individualità che ti rende unico e speciale semplicemente perché sei tu, che prendi le tue decisioni e scegli come vivere la tua vita (mi dispiace, se sei di destra: hai semplicemente torto): quel che rende te diverso da me è il modo di percepire ed analizzare le informazioni che assorbiamo attraverso i sensi, e di conseguenza il risultato che ne traiamo.
Questi meccanismi basilari si evolvono da quando sei un feto abbastanza sviluppato da percepire i suoni e sentire l'effetto degli ormoni di tua madre che ti circolano nel sangue, fin verso circa gli 8 anni per questioni di "fasi" in cui opera il cervello (alpha, beta, quella roba là, se non ne avete sentito parlare fatevi una ricerchina che è roba interessante), e tutto il resto, ogni esperienza vissuta, si intesse e appoggia a queste fondamenta.
E a questo si aggiungono 100.000 anni di istinti "residui" dell'evoluzione.
E non tutti hanno esiti così sofisticati e socialmente utili.
 Esempi ne potete trovare letteralmente ovunque ci sia un umano: provate a incominciare a chiedere ai vostri amici del loro rapporto coi genitori, della loro infanzia, e inizierete ad accorgervi che coloro che da piccoli abbiano avuto carenze affettive, lo dimostreranno inconsciamente durante la vita essendo più incostanti, introversi, e -a seconda della gravità- plain stronzi.
Quel che inguaia la nostra società, per come la vedo io, è il modello stesso di famiglia madre-padre che abbiamo sostituito da un paio di millenni scarsi alla nostra vecchia e naturale struttura a clan dentro alla quale sono cresciuti i nostri antenati, intrattenuti da multiple figure paterne e materne da cui ricevere attenzioni, cure, insegnamenti e amore.

Il risultato è che cresciamo pieni di patemi e insicurezze che non sappiam neanche di avere, e poi ci incazziamo, tutti i giorni, con persone con meno colpe consce di quanto crediamo, e meno gravi di quanto percepiamo.

Forse anche tu, all'inizio ti sei incazzato, e hai persino avuto voglia di smettere di leggere in più di un'occasione, quando le metaforiche dita dei miei velati insulti han toccato le corde della tua insicurezza, del tuo sentirti scemo sotto sotto, dietro alla facciata che ti sei creato, convincendoti che leggere libri impegnativi ti renda automaticamente colto e istruito, e QUINDI intelligente.
Pirla.
AGGIORNAMENTO: A QUANTO PARE HO TROVATO LA VOGLIA DI FINIRE IL POST, LA PARTE QUA SOTTO È NUOVA (o non lo è, se è la seconda volta che leggete questo messaggio, in tal caso: ma davvero siete tornati a leggere DI NUOVO 'sta roba?)

E invece io sarei grato, ad uno come me.
Ma come già detto, io sono superiore. E quindi se qualcuno mi fa incazzare sono in grado di analizzare la mia collera, e chiedermi: "perché la determinata persona ha detto e/o fatto quel che ha detto e/o fatto?, e per quali ragioni queste azioni mi hanno fatto questo effetto?"

Vedete, ci sono essenzialmente due classi di reazioni inconsce: quelle primordiali, e quelle derivate dai complessi infantili.

Esempi.
Immagina di tornare a casa tua dopo una giornata fuori, o alla tua auto parcheggiata, e trovare che una delle finestre sia stata rotta.
Che sensazioni partirebbero, fra il vostro petto, il vostro stomaco, il vostro fegato, le vostre budella? È un cocktail di rabbia, paura, frustrazione. Anche se poi scopriste che nulla vi sia stato rubato, passereste delle abbondanti mezzore in preda all'emozione primordiale della violazione della proprietà privata, grazie al cavernicolo che vive ancora nel cervello di tutti noi.
Perché la civilizzazione è una questione degli ultimi 5000 anni, mentre abbiamo questo cervello da oltre 100.000, senza contare tutte le altre fasi della nostra evoluzione.
Per un uomo preistorico, tornare alla sua capanna, o grotta, o albero o chissenefrega, e trovare le cose diverse da come le aveva lasciate, significava che qualche estraneo si fosse introdotto nel suo territorio, e ciò significava una minaccia per le proprie riserve di cibo, la propria famiglia, il proprio territorio, magari addirittura la salute di tutti quanti, nel caso questo estraneo portasse con sé malattie nuove. Ammesso che fosse un altro uomo, e non un orso di 4 metri.

 
(O un orso malato.)

Un altro ottimo esempio è quel senso di tradimento e vergogna di quando una persona di cui hai fiducia rivela ad altri delle informazioni sul tuo conto. È un tipo di malessere che tutti noi abbiamo sperimentato, prima o dopo nella nostra vita; ci sono poche cose altrettanto disturbanti, ma per fortuna sappiamo anche c'è una giustificazione più che ragionevole, per questo calcio nei coglioni emotivo: secondo alcuni esperti, i pettegolezzi hanno avuto un ruolo fondamentale nella nostra evoluzione. Oggi abbiamo internet, i telefoni, e prima di questi, telegrafo e posta, ma c'è stata una fase nella nostra evoluzione durante la quale le uniche persone con cui si avessero rapporti erano quelle del proprio clan. E che queste vengano a conoscenza di informazioni che ritieni personali è fonte di estremo disagio, perché a seconda della gravità di quel che viene leakato, possono venir compromessi la tua posizione nella società, le tue possibilità di riprodurti, o addirittura la voglia degli altri di considerarti ancora un membro del loro gruppo. E senza clan, nel 100.000 a.c., le probabilità di sopravvivere da soli nei boschi crollavano vertiginosamente. Figurarsi quelle di riprodursi e avere una progenie che sopravviva agli sforzi del resto della natura per ucciderci in modi terrificanti e dolorosi.

"AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!!!"
Ma torniamo invece al presente. Tutto sommato, con un po' di immaginazione, è facile trovare analogie alla vita di tutti i giorni, potete proseguirlo anche da soli questo esercizio, se vi gira.

Parliamo invece dell'influenza delle NOSTRE esperienze sulla nostra vita.
Come ho già detto più in alto, il nostro carattere si inizia a formare prima ancora della nascita: dal quinto mese il feto inizia a percepire le emozioni della madre che gli scorrono nel sangue, e di risposta, a produrne di propri. Questo processo produce degli "schemi emozionali", e influenza pesantemente la personalità e le capacità del futuro individuo. Un bambino che s'è fatto la gestazione all'interno di una donna felice di averlo si sentirà inconsciamente accolto e amato, e romperà molto meno il cazzo di uno che si sia sviluppato costantemente bombardato da angosce e paure e tutto ciò che può provare una prossimamente mamma che non sia pronta, o addirittura non voglia quel figlio.
Sì, è una bella rottura di coglioni. E no, so che ci state pensando, ma neanche lo sviluppo in vitro è una buona soluzione, perché la mancanza di questi processi porta in genere all'autismo (quello grave, non quello che ti fa fare le radici quadrate a mente e indossare fedora mentre lavori per l'esercito).

E non è finita qui:


Come vedete nello schemino che sono troppo pigro per parafrasare con le mie parole, la differenza sostanziale fra la persona che siete ora, e quella che eravate a 3 anni (e anche la ragione per cui non vi ricordate una sega di allora) è il modo di funzionare del vostro cervello.
Il processo di formazione della nostra personalità e del modo di interpretare gli stimoli esterni, prosegue intensamente fino ai 2 anni circa, quando questi filtri iniziano a venire applicati per interpretare situazioni più complesse. Tutto ciò programma il nostro subconscio (o inconscio, dipende da quale psicologo abbiate preso il lessico), che è quel che ci guida per il 98% del tempo.
Durante questo periodo, tutti noi subiamo dei traumi emotivi apparentemente irrilevanti, e che in retrospettiva ci appaiono come piccole scemente, come possono essere l'esser lasciati con la babysitter, o smollati all'asilo, lasciati ad aspettare in auto, venire sgridati per una reazione (dettata dagli schemi formatisi nella fase precedente), e così via. Questi piccoli traumi (così come anche le esperienze positive) si riperquotono su tutta la nostra esistenza, dettando i nostri comportamenti, influenzando i nostri interessi, la nostra indole, le nostre preferenze sessuali...

Non si capisce da qui, ma quello è un piede di clown.


Come potete vedere, questo tipo di processo, prosegue fino ai 12-13 anni. Probabilmente avete presente quel cambiamento di prospettiva dalle medie ai primi anni del liceo, quel passaggio da quando volevate le stesse scarpe che indossavano tutti, al sentirvi diversi e incompresi e unici al mondo, dal considerare il venire esclusi una tragedia al sentirvi superiori agli altri per lo stesso identico motivo, beh, quello era il vostro cervello che passava in fase beta, consolidando le informazioni assorbite nella persona che siete ora.

"SE DIO È COSÌ BUONO, COME TE LO SPIEGI MAURIZIO COSTANZO?!"
Ebbene.

Dove cazzo volevo andare a parare?

Ah, sì!, le formichine.

Io vi osservo, tutti i giorni, con interesse da entomologo, prede di questi meccanismi di cui non conoscete neppure l'esistenza, e di cui siamo tutti vittime, ma ricco di consapevolezza, e rido, sospiro, sbuffo, nel guardarvi complicare le vostre vite, e sbattervi per problemi creati dal vostro cervello.

Per cui, la prossima volta che vi faccio incazzare, sappiate che lo faccio cercando di provocare in voi questo tipo di analisi, e provate a capire cosa vi dia fastidio di quel che dico e faccio, e perché.

Ma soprattutto, sappiate che lo sto facendo apposta.

Pesci cazzo, mi evocate i pesci cazzo.

martedì 25 settembre 2012

Per arrivare a questa schermata ho dovuto sudare: Allah mi sta già punendo


"ho avuto una visione del futuro
ho visto una distesa di erba, un campo di battaglia
un'orda di islamici arrabbiati pronti a travolgere l'Europa nell'intento di conquistarla e farne terra islamica
la controffensiva dell'Europa, che ha unito gli sforzi in questo momento di tragicità e pericolo
catapulte, in linea sul fronte alleato, cariche e pronte a far fuoco
l'esercito islamico carica
il generale supremo che guida le nostre forze serra i denti, alza il braccio, pronto a dare l'ordine di fuoco
ma aspetta che l'orda arrivi nel punto di massima efficacia delle catapulte
E DÀ IL SEGNALE
mille bracci scattano
proiettando in aria una nuvola scura di piccoli oggetti
sull'onda musulmana precipita una pioggia di fette di salame e prosciutto
uno spettacolo allucinante, l'orda s'arresta e disperde, gente si dà fuoco per purificarsi, altri in preda alla rabbia premono l'innesco e si fanno esplodere, troppo lontani per danneggiare il nemico, troppo vicini per non infliggere danni al proprio schieramento
l'Europa è salva grazie al maiale."

martedì 13 settembre 2011

La ragazza di Schrödinger

Si prendano in esame la ragazza A e i ragazzy X, Y (posson esser presi in esami infiniti ragazzi).

Si prenda in esame una camera di albergo insonorizzata ed isolata.

Chiudendo nella stanza A, X, Y, (...), per un osservatore esterno la ragazza sarà a letto sia con l'uno che con l'altro nello stesso momento.

martedì 30 agosto 2011

Se Ghandi avesse potuto parlare così...

Non odiare i ladri, sono solo affamati, hanno paura per loro e le loro famiglie.

Non odiare gli assassini, da qualche parte nella loro mente, stan facendo la cosa giusta.

Non odiare i raccoglitori di pellicce di foca. Senza quel lavoro i loro bambini morirebbero di fame.

Non odiare chi ti ha tradito. La loro vita è probabilmente peggiorata, quando speravano di migliorarla.

Non odiare la gente. Mettiti nei loro panni, e cerca di vedere il loro punto di vista, e la maggior parte delle volte capirai il perché delle loro azioni.

Se devi odiare qualcuno, ecco, odia i vegani. Quelli sì che sono teste di cazzo.

venerdì 12 agosto 2011

Contorti giri di logica sistematica ed archivista, e l'imposizione di una direttiva d'obbligo nella pubblicazione di un "Post".

La crudeltà di una scheda video che detesta gli ossessivo-compulsivi.

Il vuoto di 12 agosto in cui son chiusi pure i tabaccai. Chiusi i maniera così sistematica che mi son chiesto se ci fosse uno sciopero generale, una qualche corbelleria nazionale, o un piano malato progettato dall'alto per impedirmi di avere a disposizione un maledetto pacchetto di Camel morbide.

Cinque ore per accompagnare il mio migliore amico alla stazione Centrale perché potesse salire sul treno che in 0859h lo riporti a casa sua.

Gli unici suoni in casa sono le fusa che si fanno fra loro Vendetta e i suoi figli, e il ticchettio delle zampe dei cani che girano per casa apparentemente eccitati da qualsiasi... Stavo per dire 'bipede', ma in effetti Joy e Sir Joe sembrano al culmine dell'accelerazione adrenalinica per qualsiasi essere organico o non che si trovi a camminare attorno al perimetro di casa mia.

Sospiro: con il rumore della caraffa d'acqua filtrata, il ghiaccio che vi scricchiola dentro, l'occasionale battere di tasti al mio computer, la frase precedente perde la maggior parte della sua carica, e sulla sua coerenza si potrebbe iniziare a nutrire qualche sospetto.

Ho un vago ricordo dei tempi in cui mi sembrava di saper addirittura scrivere.

Sospiro.

E ora mi devo inventare un titolo per il post. Evviva.

martedì 25 gennaio 2011

Meh

Anche col Sole in faccia, ci saranno cinque gradi.
Sabato, quarta e ultima ora di scuola, educazione fisica.
Sono nel campetto dell'oratorio dietro la scuola, seduto sul mio cappotto che mi separa dall'infelice scelta di tubi di ferro plasmati a panchina e verniciati di un giallo ormai sporco.
Il mio sguardo sì perde alla mia sinistra, in direzione del campo da basket dove qualcuno cerca di giocare contro il vento usando una palla da volley. La luce solare mi attraversa di sbieco le cornee, cancellando la vista in una foschia quasi dorata.
Cuffie sulle orecchie, suona Suicide by Stars, dei God is an Astronaut.
Inizio a scrivere, e l'ispirazione scema.

mercoledì 12 gennaio 2011

You could invent an explanation.

She dressed in cheery colors. Orange and pink.
She wished there was some pill she could take.
-Sorry I couldn’t make the party- she said.
-You could invent an explanation.-

-Middle-class white girls were the rule, not the exception

They tipically had access to illegal abortion.-

 
There was no one around
Who could explain
Why she felt such pain.
-Hug me. Fuck me.-
Where’s she gonna go?
-Tease me. Please me.-
-It’s pretty wet out, I think we get the car.-
-Were you out with your one and only last night?-

 She wished there was some guy she could love.
She waited for someone to come pick her up.

There was no one around who could explain why she felt such pain
-Hug me. Fuck me.- Where’s she gonna go? –Tease me. Please me.-

 Non so che scrivere, non so che dire, che pensare, che fare.

Quel buco nel muro che hai fatto senza pensarci, a cui ti sei abituato, non ci fai più caso.
Ma sul quale lo sguardo ogni tanto ti cade, e un po' ti dà fastidio...

Che farne, se nel buco vive un ragno velenoso?